Il grande inganno delle soft skills

Negli ultimi anni, il termine “soft skills” è diventato un vero e proprio mantra nel mondo del lavoro. Comunicazione efficace, lavoro di squadra, leadership, problem solving: queste sono solo alcune delle competenze trasversali oggi così ricercate dai datori di lavoro. Ma c’è un rovescio della medaglia che merita una riflessione approfondita: quando le soft skills diventano un’arma a doppio taglio, sia per i candidati che per le aziende.

L’eccessiva enfasi sulle soft skills: una tendenza pericolosa

Nell’attuale panorama professionale, le competenze tecniche, pur essendo fondamentali, sembrano essere passate in secondo piano rispetto alle competenze trasversali, le famose soft skills. Questa tendenza, tuttavia, sta causando una serie di problemi non trascurabili.

Da una parte, i candidati si trovano sotto la pressione di dover esibire un’ampia gamma di soft skills che potrebbero non corrispondere alle loro naturali inclinazioni o abilità. La corsa all’acquisizione di queste competenze può portare a una distorsione dell’autenticità del candidato, inducendolo a presentare un’immagine di sé che non corrisponde alla realtà.

Dall’altra parte, le aziende rischiano di privilegiare i candidati con forti soft skills a scapito di quelli con solide competenze tecniche. Questo può portare a squilibri nelle squadre e a una mancanza di competenze fondamentali per il buon funzionamento dell’organizzazione.

La comunicazione efficace e il lavoro di squadra: quando diventano un’arma a doppio taglio

La comunicazione efficace e il lavoro di squadra sono probabilmente le due soft skills più richieste dai datori di lavoro. Ma cosa succede quando queste competenze vengono enfatizzate a scapito di altre?

Iniziamo con la comunicazione. Una comunicazione efficace è, senza dubbio, fondamentale per il buon funzionamento di qualsiasi team o progetto. Tuttavia, quando viene enfatizzata troppo, può portare a una situazione in cui conta più il come si dice piuttosto che cosa si dice. In questa logica, il merito del lavoro svolto può finire per essere oscurato da un flusso incessante di parole.

Passiamo poi al lavoro di squadra. Ancora una volta, una competenza fondamentale. Tuttavia, quando diventa l’unico criterio per valutare le prestazioni, può portare a trascurare l’individualità e l’unicità di ciascun membro del team. Non tutti sono nati per essere dei grandi team player, e non c’è niente di male in questo.

Un nuovo paradigma: le “right skills”

Considerando i problemi che sorgono dall’eccessiva enfasi sulle soft skills, il passaggio ad un approccio più equilibrato è cruciale. In questo senso, l’introduzione del concetto di “right skills” può fornire una soluzione.

Le “right skills” sono una combinazione di competenze tecniche e soft skills che meglio si adattano a un particolare ruolo o settore. Questo approccio riconosce l’importanza di entrambi i tipi di competenze e incoraggia una visione più olistica della formazione e dello sviluppo professionale. Inoltre, valorizza l’individualità di ciascun lavoratore, promuovendo l’idea che non esista un unico “candidato perfetto”, ma piuttosto un fit perfetto tra le competenze del candidato e le esigenze del ruolo.

Le sfide del nuovo paradigma

Nonostante i suoi evidenti benefici, il passaggio ad un modello basato sulle “right skills” non è esente da sfide. Per le aziende, la principale difficoltà sta nell’identificazione delle competenze chiave per ciascun ruolo e nel trovare candidati che le possiedano.

Inoltre, i candidati possono trovarsi a dover navigare in un mercato del lavoro in continua evoluzione, dove le competenze richieste cambiano rapidamente. In questo contesto, l’aggiornamento costante e la capacità di adattarsi diventano essenziali.

Riflessioni finali: l’importanza di una visione equilibrata

In conclusione, l’attuale enfasi sulle soft skills nel mondo del lavoro ha portato a una serie di distorsioni che possono essere dannose sia per le aziende che per i candidati. Il passaggio ad un approccio basato sulle “right skills”, che valorizza sia le competenze tecniche che quelle trasversali, può contribuire a correggere queste distorsioni.

Tuttavia, per realizzare questo cambiamento è necessario un impegno da parte di tutte le parti coinvolte: le aziende devono riconoscere l’importanza delle competenze tecniche e valorizzare l’individualità dei candidati; i candidati, a loro volta, devono essere pronti ad adattarsi e a continuare a sviluppare le loro competenze in risposta alle esigenze del mercato.

Solo così sarà possibile creare un ambiente di lavoro in cui tutte le competenze vengano riconosciute e valorizzate, e in cui ogni individuo possa dare il proprio contributo unico e irripetibile.

E, alla fine, non è forse questo il vero obiettivo del mondo del lavoro?

Pubblicato da | 29-05-2023 | Articoli sul mondo del lavoro, Consigli per la tua carriera

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