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Re-onboarding post-maternità: strategie HR per il 2025

Donna professionista al rientro dalla maternità in ufficio moderno, accolta dal team HR, atmosfera positiva, elementi di tecnologia e inclusione.

Il valore del re-onboarding: oltre la semplice accoglienza

Secondo i dati ISTAT 2023, il 22% delle donne italiane che diventano madri lascia il lavoro entro due anni dal parto, spesso a causa di una reintegrazione inadeguata. In un mercato che nel 2025 affronterà una crescente carenza di talenti, le aziende non possono più permettersi di perdere professionalità e competenze femminili. Il re-onboarding post-maternità si configura così come un processo strategico, non solo un ritorno operativo, ma un vero percorso di valorizzazione del capitale umano femminile.

I reparti HR più avanzati stanno implementando programmi di re-onboarding personalizzati. Il primo passo consiste in un colloquio strutturato, nel quale si analizzano esigenze, aspettative e nuove priorità della collaboratrice. Questo dialogo permette di:

  • Valutare eventuali cambiamenti in termini di work-life balance
  • Concordare obiettivi realistici per la ripresa
  • Identificare necessità di formazione su strumenti, processi o tecnologie aggiornate

Secondo un sondaggio LinkedIn 2024, il 67% delle donne rientrate in aziende che prevedono una fase di ascolto dichiarano di sentirsi maggiormente valorizzate e motivate rispetto a chi ha affrontato un ritorno “standard”.

Formazione mirata e mentoring: aggiornamento e supporto

L’evoluzione tecnologica e i cambiamenti organizzativi possono generare insicurezza al rientro. Per questo molte aziende stanno sviluppando percorsi formativi flessibili e micro-learning, fruibili anche da remoto. Alcuni esempi pratici:

  • Accesso a moduli e-learning sulle novità aziendali
  • Sessioni di aggiornamento one-to-one su strumenti digitali
  • Mentoring tra pari, con una collega “buddy” che supporta nei primi mesi

Nell’ultimo report McKinsey, le organizzazioni che hanno adottato programmi di mentoring dopo la maternità registrano un tasso di retention femminile superiore del 25% rispetto alla media.

Flessibilità reale e nuovi modelli di lavoro

La flessibilità non si esaurisce nel semplice smart working. Le aziende più lungimiranti propongono:

  • Rientro graduale: orari part-time iniziali, con progressivo aumento
  • Job sharing o ruoli temporanei in progetti trasversali
  • Policy di diritto alla disconnessione, per evitare il burnout

Un esempio concreto: Enel ha introdotto nel 2024 il “Back to Work Program”, che prevede la definizione congiunta di un piano di rientro personalizzato e la possibilità di rimodulare le mansioni nei primi sei mesi.

Valorizzare la genitorialità: dalle soft skill al benessere organizzativo

Diventare madre arricchisce il bagaglio personale con competenze trasversali come la gestione del tempo, la resilienza e la leadership empatica. Le HR manager più innovative stanno introducendo sistemi di valutazione che riconoscono l’acquisizione di soft skill maturate durante la maternità. Alcune best practice includono:

  • Sessioni di assessment mirate alla valorizzazione delle nuove competenze
  • Riconoscimento formale nei percorsi di crescita e nei sistemi premianti
  • Coinvolgimento attivo nelle iniziative di well-being aziendale

L’adozione di queste strategie non solo riduce il turnover, ma rafforza il senso di appartenenza e favorisce la cultura inclusiva.

Dall’ascolto all’azione: la nuova era dell’HR post-maternità

Il re-onboarding post-maternità non può più essere lasciato all’improvvisazione. L’adozione di pratiche strutturate, l’attenzione all’esperienza individuale e la valorizzazione delle competenze acquisite sono ormai imprescindibili. Le aziende che sapranno investire in questi percorsi saranno in grado di attrarre e trattenere il talento femminile, trasformando la maternità da criticità a opportunità di crescita condivisa.

Pubblicato da | 30-10-2025 | Consigli per la tua carriera

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