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Workation regolamentate: viaggio e lavoro senza confini

Professionisti italiani che lavorano al computer in una location panoramica, come una terrazza con vista mare o montagna, atmosfera produttiva e rilassata.

Workation: la nuova frontiera della flessibilità aziendale

Negli ultimi anni il concetto di workation – lavorare da remoto in località di vacanza – ha conosciuto una crescita esponenziale anche in Italia. Secondo una ricerca dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, nel 2023 il 54% delle grandi aziende ha introdotto policy specifiche che permettono ai dipendenti di lavorare da destinazioni diverse dalla propria residenza. Non solo start-up o multinazionali: la tendenza coinvolge anche PMI e settori tradizionali, spinte dalla richiesta di un migliore equilibrio tra vita privata e lavorativa.

Regolamentazione e policy: come si stanno muovendo le aziende italiane

Le workation regolamentate non sono semplici concessioni estemporanee. Le imprese italiane più all’avanguardia stanno adottando policy strutturate che definiscono:

  • Durata massima delle workation (in media da 2 a 8 settimane l’anno)
  • Obblighi di comunicazione preventiva e reportistica
  • Limitazioni geografiche (spesso consentite solo in UE o paesi con convenzioni fiscali)
  • Requisiti tecnologici e di sicurezza dei dati aziendali
  • Supporto alloggio o convenzioni con strutture partner

Un esempio concreto arriva da Enel, che dal 2022 consente ai propri dipendenti di lavorare da oltre 20 paesi europei, previa autorizzazione e verifica degli standard di sicurezza informatica. Anche Generali e Luxottica hanno adottato regolamenti che permettono ai team di alternare periodi di lavoro in presenza a soggiorni in località turistiche, con il supporto di piattaforme digitali dedicate.

Vantaggi tangibili e ritorni misurabili

Le aziende che hanno regolamentato la workation registrano benefici concreti. Secondo una recente indagine di Randstad Italia, il 69% dei lavoratori che ha potuto accedere a programmi di workation dichiara un sensibile aumento della produttività, oltre a una riduzione del 30% delle assenze per malattia. Dal punto di vista aziendale, si osserva un netto miglioramento della retention e dell’engagement, soprattutto tra i profili più richiesti come sviluppatori IT, digital strategist e consulenti finanziari.

Riduzione del turnover e attrattività

In un mercato del lavoro sempre più competitivo, la possibilità di lavorare da location suggestive – mare, montagna o città d’arte – rappresenta un potente strumento di employer branding. Un caso virtuoso è quello di Teamsystem, che ha inserito la workation tra i benefit aziendali, riducendo del 18% il turnover nei primi 12 mesi dall’introduzione della policy.

Come prepararsi a una workation sicura ed efficace

Per le aziende che intendono implementare programmi di workation regolamentata, è essenziale adottare un approccio strategico e strutturato. Ecco alcuni punti pratici:

  • Valutare i rischi normativi: assicurarsi che la legislazione fiscale e previdenziale sia rispettata, soprattutto per soggiorni all’estero superiori ai 30 giorni.
  • Stabilire criteri di eleggibilità: non tutte le mansioni si prestano alla workation. Definire ruoli e attività compatibili con il lavoro da remoto.
  • Pianificare la sicurezza informatica: dotare i dipendenti di VPN, autenticazione a due fattori e linee guida per la protezione dei dati.
  • Offrire supporto logistico: stipulare accordi con co-working, residence o hotel dotati di connessione affidabile e spazi dedicati.
  • Monitorare i risultati: utilizzare strumenti digitali per valutare performance e benessere dei lavoratori coinvolti, adattando le policy alle esigenze che emergono.

Checklist per il lavoratore

  • Verifica dei requisiti richiesti dall’azienda
  • Scelta di una destinazione con infrastruttura digitale adeguata
  • Organizzazione di una routine lavorativa efficace
  • Rispetto delle normative locali (visti, assicurazioni, tasse)

Prospettive future: dal benefit al nuovo standard

Se fino a ieri la workation era una prerogativa di pochi privilegiati, oggi si sta trasformando in un modello diffuso, destinato a ridefinire il concetto stesso di lavoro. Secondo le previsioni dell’Osservatorio HR Innovation Practice, entro il 2025 oltre il 40% delle aziende italiane prevede di inserire programmi di workation regolamentata tra i benefit standard. Le imprese che sapranno integrare questa opportunità in modo sicuro, inclusivo e sostenibile saranno le più attrattive per i talenti di domani.

In definitiva, il boom delle workation regolamentate non è una semplice moda passeggera ma una risposta concreta alle nuove esigenze di flessibilità, benessere e produttività. Un trend che aziende e lavoratori italiani non possono più permettersi di ignorare.

Pubblicato da | 29-10-2025 | Articoli sul mondo del lavoro

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